Egregio Direttore,
da qualche settimana il suo giornale ospita lettere di firme illuminate, indirizzate a sindaci, ministri e cittadini.
Lo spettacolo di Roberto Bolle nella Valle dei Templi, organizzato dal FAI, viene proposto come occasione ultima per salvare la Valle dei Templi. Si suggerisce di approfittare dell’evento mediatico per denunciare il tentativo di “industrializzazione del nostro sito archeologico”. Opinione questa solamente di chi firma le lettere illuminate, avendo avuto il progetto tutti i premessi necessari.
Oggi ci troviamo nella stessa situazione di qualche anno addietro, quando altri illuminati, aiutati da bravi fotografi, presentarono la Valle dei Templi come devastata dal cemento delle costruzioni abusive e il patrimonio, archeologico e paesaggistico, definitivamente perduto. Chi arriva oggi ad Agrigento trova, per fortuna, un’altra realtà. Seppur qualche caso di abusivismo edilizio nel cuore della Valle è stato perpetrato, il patrimonio tramandatoci dalle generazioni passate è, oserei dire, incontaminato. Al punto che non godiamo solo di un parco archeologico, ma anche di un parco paesaggistico che si estende per centinaia di ettari.
Io credo, e spero che gli agrigentini concordino con me, che l’evento mediatico che si prospetta non debba essere utilizzato in maniera maldestra. Dobbiamo essere in grado di presentare il bello che abbiamo, magari rendendolo più appetitoso. Una vetrina del genere raramente capita alla nostra città. Più che illuminati cerchiamo di essere intelligenti.
Inoltre lo spettacolo è finanziato dall’ENEL, stessa azienda che vorrebbe costruire il rigassificatore a Porto Empedocle, stessa azienda che dovrebbe provvedere ad opere compensative, come, ad esempio, il finanziamento di campagne mondiali di promozione del nostro sito archeologico. Non è questo forse un buon banco di prova delle opportunità che potremo sfruttare avendo, come partner e non come nemico, una grande azienda?
Cordialmente,
dott. Giovanni Nocera
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