Per le elezioni regionali in Abruzzo l’Udc correrà non allealta al Pdl.
Dal Pdl è arrivato un ultimatum analogo a quello di febbraio: siamo disposti ad allearci con l’Udc solo se l’Udc rinuncia a nome e simbolo. Un modo come un altro per farsi dire no, e per anticipare altri no alle amministrative di primavera. Ogni volta che sarà possibile, ovunque ci sia una tradizione di pacifica convivenza con l’Unione di centro e i sondaggi dovessero prevedere una vittoria in solitario del Pdl, si ripeterà lo stesso refrain, come hanno lasciato intendere Ignazio La Russa e Gaetano Quagliariello. Si insegue il genocidio politico, questo è chiaro. Liberal.
Secondo me dobbiamo chiarire con gli alleati a che gioco stiam giocando. Non è possibile continuare a farsi corteggiare quando la vittoria è a rischio, e contemporaneamente essere lasciati quando la vittoria del Pdl può essere ottenuta facilmente.
Da moderato non cerco lo scontro, ma il dialogo, convinto che l’area politica di riferimento dell’Udc è completamente alternativa alla sinistra. Però non siamo stupidi e neanche senza una esperienza (con un po’ di malizia) politica tale da non capire le mosse dell’alleato-avversario. Non curiamo interessi di partito, ma rappresentiamo una fetta della popolazione – a mio modo di vedere destinata a crescere – che non si riconosce nei due megapartiti che dovrebbero rappresentare tutta la variegata popolazione italiana. Se vogliamo continuare a calcare la scena politica è perchè ce lo chiedono i nostri elettori, che non hanno rinunciato a credere nei valori e nei simboli dll’Udc.
Simboli che ripetutamente ci si chiede di abbandonare, ma che continueremo a difendere.