Appello per salvare la vita di Eluana Englaro

Signor Presidente,

la tragica fine che si prospetta per Eluana Englaro non lascia indifferente la coscienza civile dell’Italia.
Eluana è portata a morte senza che sia stata accertata in maniera incontrovertibile la sua volontà, né l’irreversibilità del suo stato vegetativo.

Eluana rischia dunque di morire sulla base di una volontà solo presunta, e sarebbe l’unica persona a subire una tale sorte, poiché nessuna delle leggi sul fine-vita in discussione in Parlamento permetterà più questo obbrobrio.

Signor Presidente, Le chiediamo fermamente di non permettere questa tragedia, che sarebbe un insulto sanguinoso alla storia, alla cultura, all’identità stessa del nostro Paese, convinti come siamo che nessuno deve essere costretto a morire per un formalismo giuridico.

Le chiediamo un intervento perché – di concerto con il Governo – sia data una moratoria alla sospensione dell’alimentazione e idratazione cui è sottoposta Eluana, in attesa che il Parlamento – nelle cui fila si è già appalesata un’ampia maggioranza in sintonia con la maggioranza che vi è nel Paese – possa pronunciarsi su un’adeguata legge.

Siamo certi che Ella non rimarrà insensibile al nostro appello.

Primi firmatari:

Roberto Formigoni
Giancarlo Cesana
Francesco Cossiga

Vittorio Feltri
Mario Giordano
Dino Boffo

Giorgio Vittadini
Maurizio Gasparri
Fabrizio Cicchitto

Rocco Buttiglione
Paola Binetti
Antonio Baldassarre

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Giovanni Nocera
Sono Giovanni: marito di Chiara e padre di tre splendidi bimbi. Siciliano a Roma. Mi sono ritagliato questo spazio diversi anni fa e nel tempo questo sito è stato lo specchio delle mie attività. Sono appassionato della più alta forma di carità, secondo la definizione della Politica di Paolo VI. Mi impegno per i miei concittadini del Municipio 5 di Roma Capitale. Un occhio ad innovazione, lobbying ed internet marketig, soprattutto se riescono a funzionare insieme!

2 Comments

  1. carissimo, travisi il messaggio di Paolo VI. Per lui c’è differenza tra accanimento terapeutico, che definisce bene, ed eutanasia, che il magistero -mai rinnegato da Paolo VI- definisce: Un’azione o un’omissione che di natura sua o nelle intenzioni procura la morte del paziente al fine di eliminare la sofferenza.
    E’ questo il caso di Eluana. Una omissione – non darle da mangiare – che le ha procurato la morte.

    Non entro nelle vicende politiche circa l’operato di Berlusconi. Nel post precedente a questo è chiaro il mio pensiero. La vita di una persona viene prima della Costituzione.

    Trovo che se per la magistratura, per la Costituzione, per Napolitano, la vita umana ha un valore relativo, è inutile preoccuparsi delle altre vite “non degne”. Ma poichè io credo che la vita ha un valore indipendentemente dalla condizione in cui si trova – e stranamente la Costituzione italiana dice la stessa cosa- allora ho il dovere di preoccuparmi per la vita di Eluana come per ogni altra vita umana, debole ed indifesa.

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