In vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo vorrei intraprendere un percorso per conoscere meglio l’istituzione per la quale siamo chiamati a scegliere dei rappresentanti. Percorso che penso debba muoversi su un doppio binario che proponga la conoscenza delle istituzioni europee e degli organismi dell’Unione Europea, ed una riflessione sul significato di questa istituzione comune, del perchè nasce e della necessità di individuare delle radici comuni se intendiamo far maturare l’albero il cui seme è stato piantato 50 anni fa.
Comincio con l’ultimo argomento, del perchè si è pensato ad una istituzione europea comune.
Su epistemes.org un autore propone una duplice prospettiva: scoperta di un’identità o costruzione geopolitica. Nel svolgersi della riflessione ritorna la necessità di individuare una radice comune, ma con un dubbio:
qualunque tentativo di ricondurne culture e tradizioni a un’unica fonte risulterebbe infatti un artificio, una forzatura e, in qualche misura, una distorsione dell’idea stessa dell’unità europea, costruita sulle diversità.
A meno di non voler negare la storia stessa dell’Europa, credo che un comune antenato, diverso in ogni singolo stato, ma unico per il continente ci sia, ed è il cristianesimo, che ha forgiato la cultura europea interpretando il pensiero classico greco, il diritto romano e offrendo ai popoli europei un patrimonio che performa le istituzioni statali e la vita quotidiana più di ogni altra dottrina apparsa nel nostro continente.
Non credo quindi che
Il più forte fattore unificante dei popoli è storicamente rappresentato dalla guerra contro un nemico comune, guerra che l’Europa, almeno a parole, ripudia. Le radici degli Stati si sono alimentate del sangue dei popoli. In assenza di questo nutrimento, potrà il rifiuto del proprio passato costituire una base sufficiente per il proprio futuro? Nella risposta a questa domanda si nasconde gran parte del futuro europeo.
Se tale rifiuto, storico prima che religioso, sarà fatto e perpetuato, non credo che riusciremmo a costruire la nostra casa comune europea. Perchè prima delle istituzioni è necessario creare una identità, identità che non può certo ripercorrere i canoni del nazionalismo, o ricercarsi in simboli che stanno perdendo anche il loro significato (vedi la defenestrazione di bandiera ed inno), ma deve necessariamente far parte della tradizione dei popoli che decidono di mettersi insieme.
Per un approfondimento posso consigliarvi il libro di Marcello Pera Perchè dobbiamo dirci cristiani, con un capitolo dedicato all’Europa.
[se ci fosse qualcuno disposto a collaborare in questo percorso accetto volentieri una mano]
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