Oggi il Giornale, da poco diretto da Vittorio Feltri, apre con un durissimo attacco personale al Direttore di Avvenire.
E’ chiaro che i cattolici siano scomodi, e che lo sarebbero stati lo disse già Gesù, fino al punto da essere perseguitati. E perseguitati per accuse inventate di sana pianta.
Fu così per i primi martiri accusati di cannibalismo, ed è così oggi per il direttore del quotidiano della CEI che in questi mesi ha cercato di fare una critica equilibrata rispetto alle vicende di gossip della politica italiana.
Mai un attacco diretto al Presidente del Consiglio, mai richieste di dimissioni del governo, soltanto una richiesta di sobrietà e responsabilità nei comportamenti delle più alte cariche dello stato che hanno, sicuramente, ripercussione sulla moralità pubblica e sulla formazione dei valori morali dei più giovani.
Così oggi Dino Boffo, direttore di Avvenire, si è trovato colpevole di un’accusa falsa, cui ha risposto con un determinato comuncato, definendo quello di Feltri “killeraggio giornalistico”.
A sostegno di Boffo subito sono intervenuti la CEI ed i suoi collaboratori, esprimendo massima stima e fiducia.
Il presidente dell’UDC, Rocco Buttiglione, ha dichiarato:
“Dino Boffo gode della stima inalterata mia e del mio partito. Oggi viene sottoposto ad un attacco pretestuoso, inaccettabile ed incivile per il suo comportamento professionalmente corretto e cristianamente equilibrato tenuto nelle recenti vicende di Berlusconi. Boffo non ha chiesto le dimissioni del capo del governo, si è limitato a dire che i cittadini hanno il diritto di aspettarsi dai loro governanti anche un esempio morale, uno stile di sobrietà e di responsabilità. Cosa ci si aspettava che dicesse? che è bello vedere che le escort sono invitate alle cene del presidente e le madri di famiglia invece no? Per il suo tono moderato e responsabile Boffo è stato criticato da quelli che avrebbero voluto una condanna più severa o una posizione politicamente strumentalizzabile.
Adesso arriva una aggressione tipicamente comunista o fascista (scegliete voi). Un volta si usava il manganello, adesso si usa il linciaggio mediatico, ed è difficile dire se sia meglio o sia peggio.
Berlusconi non può immaginare che non venga fatta risalire a lui la colpa di questa aggressione condotta dal suo giornalista di fiducia sul suo giornale di famiglia.
Sembra che qualcuno lavori per provocare una rottura fra questa maggioranza di governo ed i cattolici italiani. E questo qualcuno non si trova all’interno della opposizione ma all’interno della maggioranza”.
A Dino Boffo esprimo la mia personale solidarietà.