La settimana scorsa la Corte Costituzionale ha cassato un ricorso della Regione Siciliana contro lo Stato Italiano in materia fiscale. La cosa è alquanto singolare perchè contraddice lo Statuto autonomistico (antecedente di 2 anni la Carta Costituzionale) negli articoli 24 e 37, e due precedenti sentenze della stessa Corte.
Alla luce di questi fatti riproporre l’Alta Corte a tutela della’Autonomia Siciliana mi sembra una battaglia da combattere, non per questioni ideali, ma più economiche. La sentenza della Corte Costituzionale ci priva, infatti, di entrate fiscali per oltre un miliardo di euro. Qui si può proprio dire: Roma ladrona!
E se i leghisti continuano a lamentarsi degli stanziamenti cospicui, non dobbiamo dimenticare di menzionare questo ulteriore credito nei confronti dello Stato italiano che contraddice la prima forma di organizzazione federale di una regione.
Spero che il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, sappia trovare gli oportuni strumenti per difendere l’Autonomia Siciliana (quella con la A maiuscola). Così come Gianfranco Miccichè che tanto parla di Partito del Sud e orgoglio dei siciliani, ma tirate le somme non si fa valere nelle sedi opportune a difesa della sua Sicilia.