Avendo vinto le elezioni, Bossi vuole contare di più nelle fondazioni bancarie del Nord: richiesta legittima perché le fondazioni sono espressione delle amministrazioni locali dove il peso della Lega è cresciuto. Ma prima di cambiare rotta sul rapporto fra fondazioni e banche, Bossi dovrebbe riflettere sul disastro bancario tedesco. E dovrebbe riflettere anche il sindaco Pd di Torino, Chiamparino, che si considera azionista di riferimento di Intesa-Sanpaolo. Per ottenere rendimenti stabili e il più possibile elevati, in modo da investire sul territorio, le fondazioni dovrebbero diversificare il loro patrimonio. Concentrarlo nel possesso di una singola banca è una pura follia, e ancora più folle sarebbe se la Lega o altri azionisti di nomina politica cercassero di influire sulle scelte dei «loro » banchieri ponendo a rischio i bilanci.Se davvero l’obiettivo di Bossi è far sì che le banche finanzino le imprese, e che le fondazioni investano in strutture sociali, egli dovrebbe ordinare loro di vendere i pacchetti di controllo delle banche e diversificare il proprio portafoglio. Seguire l’esempio delle Landesbanken significa ritrovarsi con banche deboli e fondazioni prive di risorse, quindi con poco credito alle imprese e pochi investimenti sociali.