Ieri mattina, di tutta fretta, il sindaco di Agrigento Marco Zambuto ha voluto incontrare la stampa per tracciare i primi bilanci (?) dell’edizione 2011 della Sagra del Mandorlo in fiore. Assenti diversi organi di informazione locali. Noi, invece, abbiamo voluto essere presenti per raccontare alla cittadinanza la verità dei fatti. Come sempre del resto. Ad accogliere i giornalisti c’era tutto lo staff organizzativo della Sagra, il sindaco Zambuto, il direttore artistico Pepi Morgia, l’assessore comunale Spinnato, dirigenti e funzionari vari.
A prendere la parola è il primo cittadino che inizia a divulgare alcuni dati. Secondo Zambuto, tutti gli alberghi della città di Agrigento pullulano di turisti facendo registrare il tutto esaurito. Abbiamo immediatamente verificato il dato, contattando alcune strutture ricettive della città. Ebbene, gli alberghi hanno ricevuto prenotazioni solo per il prossimo week end. Quindi Zambuto dove ha "pescato" questo dato errato?
Ed ancora: secondo il sindaco in città vi è un alto indice di gradimento dell’evento Sagra. Basta leggere alcuni commenti sul popolare social network Facebook (popolato praticamente dal 90% degli agrigentini under 50) per vedere quante belle parole i cittadini rivolgono in questi giorni all’amministrazione! O più semplicemente, è sufficiente farsi un giro per i bar cittadini ed origliare le conversazioni dei clienti. Roba da censura.
Le notizie non esattamente corrispondenti al vero non terminano certo qui. Per quanto riguarda il concerto del Maestro Buzzurro, Zambuto ha parlato di tutto esaurito e copiosi incassi. A quanto pare, in sala, vi sarebbero stati pochissimi paganti. A godersi l’ottima performance del maestro, sono stati i vari consiglieri comunali, amici del sindaco, amici dei potenti di turno e altri pochi privilegiati muniti di pass "all areas". Ovviamente nessuno ha pagato un solo centesimo.
Profondo imbarazzo durante la conferenza stampa quando i giornalisti hanno fatto notare al sindaco Zambuto che l’associazione dei carretti siciliani, mediante un comunicato stampa, annunciava di non voler partecipare alla Sagra del mandorlo in fiore. "Io non ne so nulla e, per quanto mi riguarda la partecipazione dei carretti è confermata". Parole del sindaco Zambuto, subito smentite da un membro dell’organizzazione che non ha potuto fare altro che confermare quanto riportato dai colleghi della stampa.
Sempre nel corso della conferenza stampa, il sindaco, onde evitare ulteriori magre figure, si è pubblicamente scusato con i commercianti della via Atenea, per la nota vicenda dello sponsor "Le Vigne", promettendo agli stessi commercianti che sabato prossimo sarà realizzata una immensa torta di mele nel salotto cittadino. Amen.
Insomma: politicamente parlando Marco Zambuto è stato capace, molto capace, di "babbiare" gli agrigentini. Ma la Sagra del mandorlo in fiore, a differenza della politica, è nel cuore, anzi, nel DNA della popolazione locale. E "babbiarli" ulteriormente sarà tutt’altro che facile.
Ultima nota relativa alla fiaccolata dell’amicizia di ieri sera. Spettocolo indecoroso in via Atenea, con totale assenza di un benchè minimo servizio d’ordine (per il quale in bilancio sono previsti ben 2000 euro) che tenesse a bada la folla a Porta di ponte, con conseguente invasione del corteo da parte di alcuni cittadini indisciplinati. Ed ancora: mai visti, in oltre mezzo secolo di Festival internazionale del Folklore, così pochi gruppi partecipare alla fiaccolata. Inoltre, pessima la scelta di far esibire gli stessi gruppi in piazza stazione utilizzando tra l’altro il medesimo sottofondo musicale per le compagini di tutte le nazioni.
Per il resto abbiamo assistito alla solita sagra paesana, il traffico in tilt per l’incapacità dell’amministrazione comunale di gestire i flussi di visitatori, e famiglie furiose per la disorganizzazione generale. Unica nota positiva, la comicità di Sasà Salvaggio che ha intrattenuto i presenti in piazza stazione. Non resta che attendere la fine della Sagra, il prossimo 13 febbraio, per tirare le somme. Anche se appare abbastanza chiaro che ci troviamo dinnanzi ad un clamoroso fallimento, targato Marco Zambuto.