Giovanni Paolo II lanciò un anatema contro i mafiosi ad Agrigento nel 1993.
Fece eco Benedetto XVI nel corso della sua visita a Palermo nel 2010.
Ieri anche Papa Francesco è intervenuto con parole forti:
(AGI) – CdV, 21 mar. – “Non posso finire senza dire una parola ai grandi assenti di oggi, ma protagonisti: uomini e donne di mafia, per favore cambiate vita!”. Con questo portente appello Papa Francesco ha concluso la veglia di questa sera con i familiari delle vittime di mafia. “Convertitevi, fermate di fare il male! Noi preghiamo per voi: convertitevi ve lo chiedo in ginocchio e’ per il vostro bene”, ha ripetuto. “Questa vita che vivete – ha continuato con voce profonda Francesco – non vi dara’ felicita’, gioia. Potere e denaro che avete adesso da tanti affari sporchi, dai crimini mafiosi sono denaro insanguinato, potere insanguinati, non potrai portarlo all’altra vita”. “Convertitevi – ha insisito – c’e’ tempo per non finire nell’inferno, che e’ qeullo che vi aspetta se non cambiate strada” “Avete avuto un papa’ e una mamma pensate a loro e convertitevi”, ha poi concluso Bergoglio.
Nella riflessione della veglia, Francesco ha detto: “Il desiderio che sento e’ di condividere con voi una speranza: che il senso di responsabilita’ piano piano vinca sulla corruzione in ogni parte del mondo. Ma questo deve partire da dentro, dalle coscienze. E risanare i comportamenti e il tessuto sociale. Cosi’ la giustizia si allarghi e radichi, e prenda il posto dell’iniquita’. Saro’ con voi – ha promesso Francesco – in questo cammino che richiede tenacia e perseveranza”.
Ai familiari vittime, “grazie per non esservi chiusi” A conclusione della veglia di preghiera di questa sera, Papa Francesco ha voluto esprimere “solidarieta’ a quanti hanno perso una persona cara vittima della violenza mafiosa”. “Grazie – ha detto loro – della vostra testimonianza perche’ non vi siete chiusi ma aperti usciti, a raccontare la vostra esperienza. Questo e’ importante per i giovani”. Francesco ha ricordato anche che “pochi giorni fa un delitto vicino a Taranto non ha avuto pieta’ nemmeno di un bambino”. “Preghiamo – ha esortato inoltre – per cogliere la forza di non scoraggiarci e lottare contro la corruzione”.
Per la benedizione finale Francesco indossa stola Don Diana Papa Francesco ha indossato la stola di don Giuseppe Diana, ucciso 20 anni fa dalla camorra, per impartire la benedizione conclusiva alla veglia di preghiera da lui guidata nella parrocchia di San Gregorio VII con 700 familiari delle vittime della mafia.
Papa ascolta a capo chino lettura nomi vittime mafia Papa Francesco – seduto su una semplice sedia accanto a don Luigi Ciotti – ha ascoltato con il capo chino l’elenco degli 842 nomi delle vittime di mafia, nella cui lettura si sono impegnati diversi dei loro familiari e il giudice Giancarlo Caselli. Poi e’ stato proclamato il Vangelo delle Beatitudini. Gli ultimi nomi delle 842 vittime di mafia sono stati letti dal giudice Giancarlo Caselli, gia’ procuratore della Repubblica a Palermo.
Tra i nomi letti da Caselli anche il sindaco di Pollica Angelo Vassallo e quelli dei bambini Coco’ Campolongo e il piccolo Domenico. “A tutti – ha concluso Caselli – la nostra ferma promessa d’impegno”.
Rosaria Schifani, non ho perso la speranza “Grazie Gesu’ perche’ in questi anni non ho perso la speranza”. Lo ha detto Rosaria Costa Schifani, vedova di Vito Schifani, uno degli agenti uccisi con i coniugi Falcone a Capaci.
Papa saluta personalmente molti familiari delle vittime Prima di raggiungere il presbiterio della chiesa di San Gregorio VII, Papa Francesco ha salutato personalmente molti dei 700 familiari delle vittime innocenti delle mafie, che si assiepavano alle transenne che dividono in due settori i banchi dell’aula liturgica. (AGI) .