Non me ne voglia Vincenzo Campo, che stimo e che vorrei vedere candidato a sindaco, se non altro perché la scelta degli altri nomi dovrebbe adeguarsi al rialzo rispetto alle qualità umane e professionali. Ne avevo già scritto qualche giorno fa, ma la lettera che invita l’avvocato Campo a offrirsi come candidato sindaco per Agrigento mi offre l’occasione di sottolineare che immagino un processo inverso. Trovare cioè prima le cose da fare, decidendone priorità e individuando le risorse per poi capire chi meglio può governare quei processi per realizzare il programma.
Campagne costruite sui singoli ne abbiamo sperimentate a tutti i livelli. Si vincono le elezioni, personalizzando e puntando sull’emotività. Ma il giorno dopo le elezioni non si risolvono i problemi, il tempo passa e si vive di emergenze, senza poter governare e perdendo giorni, mesi, anni.
La responsabilità di un’amministrazione partecipata fin dall’individuazione delle singole necessità penso possa responsabilizzare molti, non solo i delegati alla rappresentanza nelle istituzioni.
Legittimo naturalmente pensare che sia più corretto costruire un programma sul candidato individuato, ma non è la strada che consiglierò ai miei amici.
Per quanto conosco Vincenzo potrebbe pensarci, ma la suocera ricorda sempre “lontano dalla politica…” E io so quanto lui ascolti sua suocera…
Nomi o progetti?

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