La prossima primavera ad Agrigento si terranno le elezioni amministrative per il sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale, nel tran tran elettorale fanno scalpore due grandi assenti.
Elezioni inaspettate e premature, le prossime, rispetto alla naturale scadenza del mandato elettorale, dovute alle dimissioni del primo cittadino per una condanna in primo grado, sentenza poi riformata in appello.
La campagna elettorale è cominciata il giorno stesso delle dimissioni del sindaco. Alcuni candidati alla poltrona di primo cittadino hanno ufficializzato da tempo le proprie determinazioni, altri ancora lavorano alle alleanze, qualcuno aspetta un intervento legislativo dell’Assemblea Regionale Siciliana per poter essere ricandidabile.
Chi volesse interessarsi delle evoluzioni della politica cittadina, insomma, non si annoierebbe ed effettivamente candidati ufficiali, sottobanco ed in attesa, offrono spunti per innumerevoli articoli giornalistici e commenti politici.
Giusto per non farci mancare nulla c’è anche il candidato della Lega Nord, trapianto, per ora temporaneamente, ad Agrigento in vista della competizione elettorale.
Cosa manca, dunque?
Ad oggi mi sembrano assenti i cittadini. Sono assenti i cittadini anagraficamente maturi, quelli per intenderci che hanno un posto fisso e ambiscono ad una pensione, inondati da fiumi di parole, progetti e programmi che, nel corso della propria vita, hanno sentito declinare grossomodo ogni quatto o cinque anni senza che nulla si sia trasformato in realtà. Non si sono fatti convincere nell’ultima tornata elettorale, abdicando anche al diritto di voto e, salva l’offerta politica convincente di qualche candidato, aumenteranno di numero alle prossime elezioni.
Ma soprattutto manca il 60-70% dei giovani. Allontanatisi temporaneamente per studiare molti non sono più tornati. Mancano all’appello, e la differenza si nota, perché non sono al fianco di quelli rimasti che si danno da fare per cambiare le cose. Ci sono giovani impegnati politicamente, menti geniali, volontà determinate che, però, non trovano abbastanza spazio per poter imporre innovazioni politiche meritevoli di menzione e durature. Manca una base di coetanei che sappia incarnare le visioni dei giovani leader e li sappia sostenere e far crescere.
Un esempio? Si sta ricomponendo la corrente dell’on. Trincanato, che sostenne nella prima elezione Angelino Alfano, portandolo al successo elettorale e all’ascesa politica. Politicamente siamo fermi agli anni ’80.
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